
Un uomo dimenticato dalla sua terra d’origine, la Basilicata. Un amore conservato nella memoria di una fiorentina. Un archivio ricevuto in eredità. Un paladino dei diritti degli emigrati italiani da raccontare e far conoscere ai suoi conterranei. Sono i quattro ingredienti del Progetto di digitalizzazione e valorizzazione dell’archivio Rocco Brindisi. Una storia di carta, che stava per essere perduta, ora diventerà digitale e accessibile a tutti, lucani e non.
Sarà proprio la storia digitale di Rocco Brindisi e del suo archivio ad ufficializzare l’adesione del Parco dell’Appennino lucano al progetto promosso dal Parco Tosco-Emiliano: il primo ad aver intuito che la presenza nel mondo di “cittadini affettivi”, i quali ritornano nello loro terre conservando un attaccamento profondo, possa divenire volano di sviluppo per i luoghi di origine. E Rocco di gente di gente che ha lasciato la propria terra e delle successive generazioni desiderose del “ritorno” ne ha conosciuta tanta ma soprattutto si è speso senza riserve per salvaguardarne i diritti e la dignità umana.
“Il fine, al quale, a mio giudizio, dovrebbe tendere l’opera di amalgamazione, non deve essere quello di comprimere, deformandola ed impedendone la libera estrinsecazione, l’anima emigrata in un modello creato dalla paura e dall’autosufficienza dei custodi del sacro fuoco puritano. Deve essere invece lievito di assimilazione spontanea, che, in cambio di sopprimere o mutilare le qualità originarie, le conservi e le sviluppi in armonia con tutte le altre energie nazionali”
In queste due frasi la sintesi del pensiero e dell’opera del vice-console italiano a Boston Rocco Brindisi. Nato a Trivigno, Basilicata, ed emigrato negli Stati Uniti nel 1887 con una laurea in chirurgia, una lettera di raccomandazione dell’Università di Napoli e una nomina a Ufficiale medico del regio esercito italiano. Le sue carte da giocare erano queste: caparbietà lucana, conoscenza e umanità. Ha sbancato: onorata carriera professionale, prestigioso successo diplomatico e grande stima da parte di tutti gli emigrati italiani in America, perfino i ringraziamenti di Sacco e Vanzetti.